Pecore sarde: patrimonio dei formaggi di qualità

Se almeno una volta nella vita sei stato in Sardegna, inevitabilmente ti sarà capitato di imbatterti in un gregge di pecore, vuoi per strada o nei campi vicini alla stessa. In questo senso, forse non sai che le pecore sarde, originarie del Gennargentu, oltre ad essere una specie autoctona della Sardegna, sono anche tra le razze più antiche di tutta l’Europa, discendenti dal muflone. 

Al giorno d’oggi, infatti, la razza ovina sarda rappresenta il 40% della popolazione ovina nazionale. Non a caso, è la più presente nella nostra nazione. Inoltre, è possibile trovare allevamenti anche in altri paesi mediterranei, tra cui Spagna e Tunisia, in quanto la macchia mediterranea è l’habitat ideale. 

Tuttavia, l’allevamento della pecora sarda non è una questione di certo recente. Difatti, già le popolazioni antiche sfruttavano appieno le potenzialità di questa razza per produrre ingenti quantità di latte e formaggi, essenziali per la propria sopravvivenza.  

Oggi, la pecora sarda dà vita a un prodotto unico nel suo genere: il pecorino sardo.

Conformazione fisica delle pecore sarde 

A questo punto, scendiamo nel dettaglio estetico della pecora di Sardegna. Per farla breve, la razza è facilmente riconoscibile. Nello specifico, presenta la testa piccola e priva di corna, nonostante capiti spesso che i maschi ne abbiano un leggero accenno. Questi ultimi, raggiungono un’altezza di 70 cm, mentre le femmine di 65 cm. 

Tuttavia, si presume che tali dimensioni possano aumentare notevolmente nel corso del tempo, dato l’abbandono della transumanza

Ad ogni modo, le pecore sarde vengono distinte in tre differenti gruppi: 

  • Piccola taglia. Le troviamo nelle zone montuose, in quanto si ambientano facilmente alle condizioni più selvagge.  
  • Taglia media. Queste costituiscono l’80% degli esemplari.  
  • Infine, le pecore di taglia grande, di cui sono presenti alcuni esemplari nella zona di Cagliari. 
Pecora sarda

I numeri dell’allevamento della pecora sarda in Italia 

Come accennato all’inizio del nostro articolo, la razza ovina sarda detiene il monopolio nella nazione italiana. Ma approfondiamo meglio la questione. Innanzitutto, la diffusione delle pecore sarde, oltre i confini sardi, è iniziata a partire dagli anni ’60, momento in cui i pastori sardi emigrarono per la prima volta. 

Da quel momento in poi, l’allevamento della specie continuò a crescere a dismisura. Oggi, infatti, sono circa 8 milioni – di cui 3 milioni sono in Sardegna – gli esemplari di pecora sarda allevati in Italia

Come si svolgeva la transumanza? 

In questo paragrafo approfondiamo la pratica della transumanza, praticata già nel Basso Medioevo. Così come in altre regioni italiane, anche in Sardegna, il gregge si spostava per trovare sempre a disposizione le piante selvatiche di cui nutrirsi. Quindi, i pastori sardi, per godere delle disponibilità naturali, trascorrevano l’inverno nelle zone più calde, nella costa o in pianura. 

Chiaramente, la transumanza influenzava notevolmente sia la vita dei pastori e delle rispettive famiglie, sia gli scambi economici e culturali. 

Ma in Sardegna come veniva praticata? Sa tràmuda, in sardo, iniziava nel Gennargentu – Barbagia, Mandrolisai e Ogliastra – e si estendeva verso sud, nel mare o in pianura.  

Vediamo le diverse tappe. 

  • Dal fianco occidentale del Gennargentu al Campidano e il Sulcis-Iglesiente, con un totale di 50-120 km percorsi; 
  • Inizio dal versante orientale in direzione delle coste meridionali dell’Ogliastra. In alternativa, verso Gerrei e Sarrabus, con tratti di 30-110 km; 
  • Dal versante nord alle pianure costiere della Baronia e verso la Nurra di Alghero.  

In questo senso, l’allevamento delle pecore in Sardegna è diventato progressivamente permanente. Allo stesso tempo, però, si è verificato una rotta migratoria di persone lungo gli stessi percorsi.  

  • Il popolo desulese si dirigeva ad Iglesias e nel Sulcis; 
  • I pastori seuesi a Cagliari; 
  • Fonnesi nell’Oristanese e nel Sassarese; 
  • I villagrandesi a Castiadas e Muravera. 
Razze ovine al pascolo

L’allevamento della razza ovina sarda: un lavoro storico e minuzioso

Le pecore sarde amano cibarsi di erbe spontanee. Ciò vuol dire che sono perfette per gli allevamenti estensivi, con ridotto impatto ambientale. Tuttavia, nelle stagioni più insidiose, ossia estate e inverno, l’alimentazione del gregge è integrata con fieno e cereali macinati. 

Ad ogni modo, tutti gli allevamenti hanno a disposizione un ovile, luogo in cui si fa riposare il gregge durante la notte o nel periodo invernale, sempre più freddo. 

In linea di massima, per garantire il benessere delle pecore in questa sorta di rifugio è necessario che sia coperto e chiuso sui quattro lati, con infissi che garantiscano l’aerazione del locale. Inoltre, è quasi sempre collocato uno spazio dedicato alla mungitura, adibito con mungitrici meccaniche. Il che non solo facilita il lavoro, ma assicura i corretti requisiti d’igiene per la produzione del latte. 

Infatti, dopo aver munto, il latte di pecora deve essere conservato in contenitori refrigerati. Dopodiché, può essere trasportato nei caseifici e subire il processo di pastorizzazione. Il risultato finale saranno diversi e ottimi tipi di formaggio

Gregge di ovini sardi

Le pecore sarde di Fanari Formaggi: essenza dei formaggi di qualità

La Fanari Formaggi si trova a pochi chilometri da San Nicolò d’Arcidano, tra le creste rocciose del monte Linas e le spiagge incontaminate della Costa Verde. Immersi in questo territorio, pascolano liberi gli animali che producono il latte necessario alla creazione dei nostri formaggi. È proprio nell’alternanza delle diverse tipologie di terreno, ora di pianura, di montagna o di mare, che i nostri formaggi acquisiscono quei sapori e quegli aromi che li rendono inconfondibili. 

È facile pensare che le pecore lasciate a pascolare in terreni più a contatto col mare rendano un latte più salato. Così come le capre abituate a scalare le impervie creste rocciose diano un latte dal sapore più deciso

In ogni caso, il segreto del gusto dei nostri formaggi risiede proprio nella qualità assoluta della materia prima. Una materia figlia di una natura che non conosce inquinamento o manipolazione da parte dell’uomo. 

Vuoi degustare formaggi prodotti dalle nostre pecore sarde? Prova il gusto dei prodotti Fanari.

Lascia un commento